mercoledì 18 luglio 2012

Il Ritorno del Berlusca (Una Religione Neo-Gentile)




Non va mai in pensione. Con un passato alle spalle fatto di intenso lavoro ( ora seriamente, il nano si è rotto il sedere tutta una vita) nel costruire e demolire imperi economici, manipolare le menti del popolo italico con le soap opera, quiz e dragon ball, tra amori intensi e dolori da annegare nelle minorenni, Berlusca non ne vuole proprio sapere di riposarsi. E come dargli torto? Se il sangue chiama sangue, il denaro chiama denaro. Avere impegni economicamente così ingenti non ti può  mai regalare una vecchiaia tranquilla e tra le noie ci sono pure quelle di dover vendere due giocatori della tua squadra per un affare di 170 milioni per far fronte ai debiti o forse per pagarsi la futura campagna elettorale ( e bacini di voti). Se poi contiamo che la Giustizia cerca di rimorchiare Silvio senza successo perché lui non gliela vuole dare, allora capiamo quanto questo povero genio del male non possa godersi gli ultimi anni della sua vita.
Ammetto che quando mesi fa ho sentito ( e scritto) di eventuali primarie nel Pdl in futuro prossimo, un po’ mi ha fatto piacere. Mi ha rasserenato sapere che anche soltanto in linea di principio, forse soltanto nella forma, qualcosa stesse cambiando, che si stesse facendo strada un po’ di senso democratico. Ma puff! Il Nano Alpha parla e i nanetti obbediscono. Lui vuole tornare perché l’Italia deve essere salvata. Ma la cosa raccapricciante in tutto ciò è che a distanza di 20 c’è gente che ancora vuole essere salvata da Silvio.
 Ci stiamo trovando di fronte ad un caso patologico. Perché in Italia c’è chi non riesce a dire di no ad una figura del genere? Esiste veramente la Silvio-Dipendenza? Nel nostro immaginario è diventato un simbolo così stabile e assoluto che mi inquieta pensare che con ogni probabilità tra 50 anni i sociologi o gli storici  affronteranno questo fenomeno in maniera del tutto scientifica e professionale. Uso definire il Berlusconismo, così come ogni altro fenomeno politico di simile portata,  una “ Religione Neo-Gentile”. Nell’antichità i Greci e i Romani non adoravano soltanto le divinità ma a volte le odiavano pure. Questo rapporto di amore-odio verso delle figure che noi assolutizziamo è qualcosa che è possibile riscontrare anche in Silvio Berlusconi. Ed è una religione del tutto italiana. E’ più probabile che i giovani oggi sappiano meglio i programmi di Italia 1 che i passi del vangelo. Tutto ciò è terribilmente preoccupante. Perché non stiamo trattando di una religione che valorizza l’uomo in quanto uomo, ma di un fenomeno che valorizza l’uomo in quanto moneta, denaro: oggetto. E quando il Dio Mortale ha annunciato le sue dimissioni un senso di liberazione ci ha pervaso nell’immediato, ma la sua ombra è sempre rimasta lì a guardarci. Un Dio che c’è e che si è nascosto a noi. Un Dio che sa che siamo ancora sotto il suo dominio.
Ogni cosa ha un inizio e una fine, ogni malattia prima o poi muore. Speriamo questa sia la volta giusta.

                                                                                          

Gianluca Di Maita                                                                              

mercoledì 11 luglio 2012

Noi la conoscevamo bene


 


Uno dei più divertenti tormentoni sull'Italietta di oggi contempla la presenza di donne bellissime assurte al potere grazie a specifiche capacità orali. Che le terrificanti post-femministe non trasaliscano, è la totale verità, un pre-teorema che di solito funziona sempre. E non ci vuole nemmeno troppo impegno per riuscire nell'impresa, basta andare scollacciate dentro l'ufficio giusto, zac! ed è fatta. Vediamo queste damine spalmate su tutti gli ambiti immaginabili: dal cinema alla televisione, dalla musica alla politica. Una di loro, la ragazza che veniva da Terni, Sara Tommasi, ha provato a cavalcare l'onda lunga della finanza dopo aver preso il sole alla corte di Simona Ventura e della sua isola di disperati. Non starò qui a rievocare tutte le mirabolanti imprese di questa giovanotta dallo sguardo terrorizzato, istruita e coccolata da colui che definisce senza problemi «il mio mentore», leggi: l'avvocato, scrittore e filosofo di mezza età Alfonso Luigi Marra, idolo delle folle e guru dello spot televisivo da centro di igiene mentale, unico essere umano ad aver capito il dramma intrinseco legato allo strategismo sentimentale che ha distrutto l'essere umano compromettendone l'evoluzione.
L'ultimo anno è mezzo è stato costellato, su giornali, tv, e quant'altro, dalle stronzate illuminanti di questa strana coppia: dichiarazioni a penna che sancivano la rottura tra i due, video amatoriali  e foto in cui Sarabella era ripresa e immortalata ad implorare l'antico amore di tornare da lei (rigorosamente senza indossare, a turno, reggiseno o mutandine) , riappacificazioni e conferenze che addirittura vedevano la donna presentata come esperta di finanza laureata alla Bocconi in cui si discuteva di signoraggio bancario, cospirazioni e Nesquik.
Sara, colei che mandava sms a Silvio Berlusconi firmandosi come Lady X e lanciando j'accuse come Silvio vergognati! Mi hai fatto ammalare. Paga i conti dello psicologo o il provvidenziale Spero ke krepi kon le tue tr*ie, senza trascurare incursioni nel calcio e nella politica estera: Riprendi subito Ronaldinho nella tua squadra di merda o ti faccio escludere da Obama e dai grandi del mondo, l'Italia è incapace di ascoltare i segnali del mondo, fino al secco, laconico e profetico Stai abusando di potere. Una donna per tutte le stagioni, la figlia scema del Gabibbo e di Glenn Close in Attrazione fatale. Chissà che cosa ne pensano a via Sarfatti.
Ecco, ci siamo. Se fossimo in un film di Pietrangeli, Sara Tommasi morirebbe sola e pazza all'ombra di un ponte. La vita, però, è altro: e al posto della  morte ti regala il film porno. Arriva come una manna celeste, un avviso complice, come biada per cavalli. Dici: un'idiota simile o la butti nel porno o la lanci tra i campi a spezzarsi i gomiti. E si sceglie la prima, clementi, perché una seconda chance la si dà anche ad una poveraccia che sostiene di essere stata più volte drogata, vittima di un complotto più grande di lei legato al nulla totale.
E tutto torna: dimostriamo di non saper utilizzare Sara Tommasi nemmeno nel porno. Joe D'Amato, con una scema simile, avrebbe fatto scintille. E invece, no. Il film gode di un titolo che non è nemmeno ricercato: La mia prima volta. Banale, scontato. Forse lo sa anche la stessa Tommasi, che a riprese terminate avrebbe ammesso di essere stata drogata in modo da rendere immortali le sue legnose acrobazie erotiche. Anche questa volta di suo pugno, su un foglietto di carta.  Per poi ritrattare e addossare la colpa agli alieni. Geniale, ma già visto.
Avremmo potuto fare di più; e dire che il teaser poster del film richiamava addirittura Godard. Avrebbero potuto immergere i suoi occhi da cerbiatta e la sua espressione da ferro filato dentro una fiaba simil-erotica in cui la giovane, pugnace, avrebbe dovuto fronteggiare dragoni iperdotati e domare principi prestanti. Ci si poteva giocar su, realizzando una colorata rivisitazione di Alice nel Paese delle Meraviglie o Cenerentola, con tanto di rapporti saffici con le sorellastre: voglio dire, i risvolti sarebbero stati chiari anche ai timorati di Dio per entrambe le fiabe.
No, non andava bene. Mandiamo a farsi friggere anche quel poco di inventiva che il genere impone. Pieghiamoci pure allo schema standard da Youporn e affini. Il film comincia con una breve intervista ad una catatonica Tommasi leggermente spumeggiante, circondata da dildo, che si lascia andare ad un flusso di ricordi, sensazioni e rimpianti: l'Umbria, la terra dei Natali, viene definita «una città noiosissima». Tutto è inquadrato con noia, scandito da brevi messaggi in sovrimpressione su sfondo nero che riportano delle massime della nostra Sara. Massime talmente prevedibili che dubitiamo siano state scritte da un genio simile. Continuando a guardare questo noiosissimo film vediamo i rapporti intimi che intrattiene con una donna impegnandosi a mantenere la gamma interpretativa di uno stoccafisso, per poi concedersi anche una gang bang con tre sfigatissimi muratori e roba simile. Tutto condito dagli sguardi maliziosi di Sara, occhi e gambe sbarrate, a dimostrare che perfino il porno che la vede incontrastata star-conigliona è approssimativo, così come i drammatici complotti e le cospirazioni da Rapporto Pelican che coinvolgono lei e il suo illustrissimo mentore.


Giuseppe Paternò Di Raddusa

lunedì 2 luglio 2012

Azzurri: comunque un bel viaggio





Si torna a casa, tristi ma non del tutto abbattuti. In fondo dietro la grande batosta di ieri un sorriso emerge eccome. La serata di ieri non aveva assolutamente il sapore di un addio ma di un arrivederci alle prossime competizioni internazionali. L'Italia c'è e ha ritrovato il gioco, cosa più importante. Diverte, emoziona e come sempre unisce una nazione che per un mese ha fatto uso di una sorta di anti-dolorifico, all'insegna di un Europeo che ha avuto quest'anno una coloritura del tutto speciale. Butto un'occhiata alla crisi e all'economia, ma guardo pure ai tifosi europei che nonostante tutto hanno saputo dare il loro sostegno e ai quali vanno tutti i nostri applausi. Un'Europa  che vede tutti avversari ma tutti in fondo amici, con le proprie divergenze e i propri sogni. E un po' non ci dispiace che abbia vinto la Spagna, non solo perchè è la squadra più forte al mondo e come tale si merita tutto, ma anche perchè è il paese dopo la Grecia più in difficoltà.
Una partita comunque che ha mostrato ampi margini di sfortuna da parte degli Italiani, i vari infortuni e i cambi subito sprecati. Giocare ogni tre giorni stanca e ieri si è visto, eccome. Ma a parte le pile scariche onore alla Spagna che insieme al buon calcio ha unito il buon spirito competitivo, rispettando l'avversario nel migliore dei modi: giocando ogni minuto come se fosse il primo. Per l'Italia è stato assolutamente un campionato ottimo e da non dimenticare, soprattutto in prospettiva futura. I centri giovanili stanno facendo un buon lavoro e la qualità dei giocatori che oggi ha la nostra nazionale ne è la conferma.
Insomma il viaggio degli azzurri della nazionale di calcio per quest'anno finisce qui, ovviamente ora gli occhi sono tutti puntati a Londra.
Grazie Azzurri, grazie.


Gianluca Di Maita

venerdì 29 giugno 2012

ESCLUSIVA Movimento 5 Stelle: conosciamoli da vicino





 Catania, mercoledì 27 giugno ’12.

Il Movimento 5 Stelle è in Italia una realtà ormai consolidata. Cresce il consenso degli italiani nei confronti del movimento, il quale ormai gode di un buon 21%. Ma cosa vi è dietro questa forse soltanto apparente fluidità?  Perché i cittadini vogliono trovare delle risposte in questo movimento? E’ solo l’effetto della crisi?
Noi della Voce Mite abbiamo chiesto ai portavoce di Mv5-Catania, Tommaso Currò e Gianina Ciancio, di conceder ai nostri lettori una intervista, volta a conoscere più da vicino questa realtà.

Tommaso e Gianina sono persone normali ma accomunate entrambi dalla passione per la politica attiva. Lui: 39 anni, laureato in fisica e specializzato nel campo dei semi-conduttori. E il sogno di un posto da ricercatore. Lei: 22 anni, studentessa universitaria in scienze ambientali e prossima a diplomarsi al conservatorio.  Il loro approccio al movimento nato attraverso la frequentazione assidua in passato del blog di Grillo, si inscrive all’interno della rivoluzione più importante del nostro secolo: internet e la politica attiva.

Poiché il Mv5 sarà sicuramente presente alle prossime elezioni regionali non possiamo fare a meno di chiedere quale sia l’orientamento riguardante la tematica dell’Immigrazione. Chiarendo che sono ancora argomenti presenti in sede di discussione e quindi affermando che sicuramente ci si orienterà verso il profilo dell’integrazione, i due portavoce ci danno invece un quadro completo sulla formazione dei programmi:

“ Su questi grandi temi c’è una grande eterogeneità di pensieri, li trattiamo in maniera abbastanza delicata. A livello regionale si discuteranno i vari punti del programma regionale, si seguiranno rigidamente tutti i processi democratici. La cosa importante è che non ci verrà imposto nulla dall’alto” dice Gianina Ciancio, o ancora ribadisce Tommaso Currò “ Noi siamo ramificati a livello nazionale e seguiamo una intelaiatura di base, poi lavoriamo a livello locale. Siamo un movimento in profonda evoluzione e pertanto il lavoro da fare è enorme.”

E’ chiaro quindi che la possibilità di falle interne in un gruppo così fluido è reale, sia Tommaso che Gianina lo ammettono ma:

“ Ma l’unica via è vivere e credere in ciò che stiamo facendo. Inoltre chi entra nel Movimento aderisci ai suoi principi fondamentali, quali il rispetto dei diritti dell’uomo”

Quante volte alla televisione sentiamo più dire “Grillini” che “Movimento 5 stelle”? I media giocano sulla figura del comico e quasi ne adombrano tutte le persone che vi sono dietro.  Ma secondo i membri del movimento quanto è legata la vita di esso alla figura di Grillo?

Tommaso prende la parola “ Io e Gianina siamo da molti anni all’interno del movimento. Mai Grillo ha preso parte alle nostre riunioni o ci ha imposto qualcosa. Proprio perché vi possono essere delle infiltrazioni nocive lui non è altro che una istituzione di garanzia e legalità del logo. Grillo non ha nessun potere decisionale.”

Sentendo le parole di Tommaso e Gianina avvertiamo soprattutto speranza. Gli stimoli sono forti e seguono gli slogan “ Noi siamo la vera politca, altro che anti-politica”, “ Stiamo inventando un nuovo modo di concepire la politca e tocchiamo punti che destano preoccupazione al sistema”.
Ma tra il dire e il fare vi è il più delle volte un abisso. A prima vista il lavoro che sta svolgendo il neo sindaco di Parma Pizzarotti sembra non convincere e le difficoltà nel formare una giunta sono armi facili per i nemici del movimento. Ma i due giovani sembrano avere le idee molto chiare a riguardo:

“ Chiediamoci il perché delle sue difficoltà. A Parma sta accadendo una cosa che non vi è mai stata in Italia. Si sta creando un esecutivo non chiamando persone in base a interessi di parte, ma in base al merito. Ad un curriculum.  E’ del tutto normale che formare una giunta sia difficile, anzi deve essere strano non perderci tempo come hanno fatto tutti prima di lui.”

E come si schiera il movimento nei confronti dello Statuto dei Lavoratori ? Tesi consolidata in economia è che in uno stato di recessione e crisi la disoccupazione sia necessaria, se non inevitabile.

“Riteniamo che i più grandi progressi nel nostro paese siano stati fatti nell’ambito dei diritti del lavoratore. E’ inammissibile che per uscire dalla crisi li si debba sacrificare. Ed è ancor più ripugnante il fatto che oggi i diritti siano considerati quasi dei privilegi. Dobbiamo puntare su nuovi modi di fare economia, sulle energie rinnovabili e su nuovi modi di occupazione”

E all’opinione comune che il Movimento sia forte soltanto perché alimento dalla stanchezza del popolo Gianina Ciancio risponde così:

“ Certo questo lo teniamo in conto. Ma una cosa sia chiara: noi non cerchiamo consenso. Noi cerchiamo partecipazione. Non puoi far parte di un partito e poi rimanere con le mani in mano. Se vogliamo uscire dalla crisi dobbiamo lavorare tutti.”

Il “No” al Finanziamento pubblico dei partiti è uno dei punti cardine del Mv5. Ma è veramente giusto toglierli del tutto?
Così risponde Tommaso:

“Al di là del giusto o sbagliato, voglio ricordare che il popolo si è già espresso con un referendum e trovo vergognoso che lo Stato lo stia praticamente ignorando. Per quanto riguarda la nostra opinione a riguardo pensiamo che se i soldi entrano in politica è finita. Facciamo un esempio vicino a noi: le elezioni comunali di Catania. Ogni volta i soldi dei partiti vengono spesi per tenere nello squallore più totale la città satellite di Librino, la quale diviene in pratica un bacino elettorale. Per non parlare della distruzione del patrimonio pubblico, Catania è sporcata da migliaia e migliaia di manifesti abusivi”

E per quanto riguarda l’Europa?  Sì all’unione politica che si prospetta?

“ Assolutamente sì, basta che i governi locali vengano tutelati”

Si avvicinano le competizioni elettorali  e il programma del movimento è in fase di scrittura. Le condizioni per candidarsi sono particolari e radicalmente legali come l’anima del gruppo: no ai condannati, minimo 3 mesi di partecipazione attiva e no ai candidati che abbiano partecipato con altre liste nelle ultime due tornate elettorali.

Per quanto riguarda le prossime attività del Mv5 Catania da segnalare è il banchetto per la petizione “ Io Pago, Io Decido”, contro i costi della politica. Si terrà sabato 30 in Piazza Stesicordo dalle ore 18 alle ore 20.

Si ringrazia il Movimento 5 Stelle Catania ( Gianina Ciancio e Tommaso Currò)



Gianluca Di Maita e Sandro Sferrazza, de La Voce Mite

PRENDIAMOCI L’EUROPA: ITALIA IN FINALE






“Eh Dai, Dai, Dai!” elogio a Pannofino per questo grido di battaglia che ci sta facendo fare scuola calcio a mezza Europa. Un elogio a quella pazzia di Prandelli di cambiare 2-3 volte modulo per poi portarci in finale. Un elogio ai nostri azzurri che contro tutto e tutti stanno combattendo da leoni.
Italia-Germania: 2-1.  E’ nostra la vittoria, dentro il campo e fuori con Monti che mette a tacere la Merkel pure al vertice europeo.
Una partita bellissima, giocata al massimo dagli italiani pur essendo alla vigilia sfavoriti e più stanchi sul piano fisico. Ma la prima mezzora di gioco dice tutt’altro, sconvolge e ribalta i pronostici. E’ 2-0 per l’Italia ed è doppietta di Super Mario Balotelli, che non poteva scegliere momento migliore per rilevare al mondo la sua vera natura di fuoriclasse. Due goal da cineteca. Il primo su cross delizioso dell’eroe di Bari Vecchia Cassano, staccando su Badstuber e mettendo la palla in rete di testa. Il secondo, quindici minuti più tardi,  è forse il goal simbolo del giocatore:  cavalcata fin davanti a Neuer e destro di una potenza sovraumana che a momenti buca la rete. Esultanza da vero e proprio Hulk. Si va al secondo tempo. La Germania esce dagli spogliatoi motivata e quasi furiosa. Ma l’Italia tiene e numerose invece sono le occasioni mancate per giungere sul 3-0 da parte degli azzurri. Tutti giocano al top, grande qualità in mezzo al campo e gli innesti di Diamanti e Di Natale servono a dare aria alla nazionale. Sullo scadere arriva la prima sbavatura delle difesa. Fallo di mani di Balzaretti e rigore per la Germania, concretizzato da Ozil. Ma manca pochissimo. L’italia non rischia più ed è finale.
Ci scontreremo con la Spagna. Il cerchio si chiude così com’era iniziato e le furie rosse non le temiamo più. L’idea che ci sta dando l’Italia è quella del più bel calcio giocato agli Europei, addirittura superiore a quello della Spagna. Mancano pochi giorni alla gloria. Non abbiamo paura di nessuno.


Gianluca Di Maita

giovedì 28 giugno 2012

Elsa: Le parole che non ti ho detto

Che l'entourage di Mario Monti abbia serie difficoltà a comunicare con noi gentaglia italica è evidente tanto quanto le mosche sulle pattumiere il sedici luglio. Che noi gentaglia italica si sia reduci da anni e anni di grottesche boutade di Silvio B. è un ulteriore dato di fatto non irrilevante.
Che comunicati e dichiarazioni a mezzo stampa siano fucine di malintesi, intrighi e rimaneggiamenti per fare bella figura sui titoli di tutti i giornali e rimanere impressi in quel residuo di opinione pubblica che ci rimane, è forse l'elemento più ovvio di tutti. Lo sa bene Mario Monti; la sua timida dichiarazione, rilasciata non troppo tempo fa, sul posto fisso e la monotonia ha scatenato una vibrante ondata di lamentele da parte di politici e di noi gentaglia di cui sopra, che hanno lasciato presto il posto a battute e siparietti nei peggiori show tv e poi alle vignette satiriche nelle prime pagine dei quotidiani. In attesa di una nuova dichiarazione-bomba. Che puntualmente arriva, come il Natale o la diarrea a spruzzo.
Postulato pragmatico: Elsa Fornero è una povera stronza per il 97% degli italiani – chi scrive non si esprime. L'art. 18 stesso ha cominciato a rilasciare interviste in cui dichiara di non poterla soffrire più; il termine «esodato», sui dizionari, gode di una sotto-voce dedicata interamente ad Elsa l'economaccademica. In momenti in cui gli italiani provavano ad impiccarsi con l'elastico delle mutande Fornero discettava di farfalle tatuate sul sovra-inguine di Belén e combatteva contro quei mulini a vento che l'accusavano di avere favorito l'ascesa lavorativa di famiglia posizionandola both (quanto ci piacciono le lingue anglofone ai tempi del governo tecnico...) nell'Ateneo in cui insegnano mamma e papà -Mario Deaglio, mica cotiche- che nella fondazione HuGeF, attivissima nel campo della genetica etc.; c'è da aggiungere in merito che anziché tacere la giovane Deaglio se ne uscì con qualcosa del tipo: «Il mio curriculum parla chiaro», che ci ha fatto abbozzare un sorriso e pensare che se qualcuno le chiederà mai di che colore sia stato il cavallo bianco di Napoleone lei avrebbe serie difficoltà a rispondere.
Bando alla chiacchiera sterile, qual è la colpa del ministro Elsa? Ad un intervista rilasciata al Wall Street Journal Elsa ha dichiarato che 
«Il lavoro non è un diritto, deve essere guadagnato, anche attraverso il sacrificio. L’attitudine delle persone deve cambiare, stiamo cercando di proteggere le persone, non i loro posti»


Santa Miseria. Le reazioni, as usual, non si sono fatte aspettare. Ho letto di quell' Occupy Fornero, che sta seminando un briciolo di terrore a Montecitorio. Ho letto le appassionate difese del Corriere e di Maria Stella Gelmini. Ho letto di chi accusa il Ministro di aver contraddetto lo spirito stesso della Costituzione (La frase tipo degli ultimi giorni, epurata da ogni tipo di insulto: «Ehi, amici, ma l'Italia non era una repubblica democratica fondata sul lavoro?»), e ho letto di Bergamo che non l'ha accolta con troppa gentilezza, e delle mozioni di sfiducia presentate da Idv e Lega Nord da votare giorno 4 luglio. Secondo postulato: Elsa ha detto delle cose sinceramente disgustose; ma quando la Fornero parla di attitudine delle persone, siamo sicuri che sbagli? In mezzo a quelle idiozie che la piemontesina ha assemblato con bellicosa sicurezza, quella piccola espressione dovrebbe farci un minimo riflettere. Attenzione: un minimo, giusto un po' per non lasciare il cervello ad un graduale percorso di atrofizzazione. Per riguadagnare quel minimo di attitudine all'impegno che ci possa fare capire che la banalità di quanto detto da Fornero sia facilmente debellabile con quel sacrificio di cui è lei stessa a parlare di cui è lei stessa ad essere totalmente ignorante: bontà sua, non gliene vogliamo mica fare una colpa. Lasciamola pure parlare e sfogarsi: i paesi esteri continueranno a pensar male di noi anche se fosse la Madonna, quindi il peso specifico e la rilevanza delle dichiarazioni della Fornero sono durate da Natale a Santo Stefano. La Germania continuerà a sogghignare pensando a noi, calcio o non calcio. E ricordiamoci sempre di quando Elsa entrò in scena scoppiando in lacrime: se fosse meno ricca sarebbe la vicina del piano di sotto che si lamenta perché le hai causato delle perdite sul tetto facendo pipì e tirando l'acqua.
Giuseppe Paternò di Raddusa

MELODY FALL: Remember this name





E’ appena uscito “Remember The Name”, singolo estratto da Virginal Notes, l’ultimo album della band pop punk Melody Fall. Fabrizio Panebarco (voce, chitarra ritmica), Davide Pica (chitarra solista), PierAndrea Palumbo (basso) e Marco Ferro (batteria) si sono formati nel 2003 a Torino, pubblicando quattro album, partecipando nel 2008 al Festival di Sanremo e facendo anche un tour in Giappone!
Avete iniziato ispirandovi a gruppi come Blink-182, Sum 41 e New Found Glory.Come mai nel vostro ultimo disco "Virginal Notes" vi siete distaccati dallo stile pop-punk del vostro primo disco "Consider Us Gone"?

Si all'inizio del nostro percorso come era ovvio che fosse i nostri punti di riferimento erano quelli... band pop punk e alternative. Poi i nostri orizzonti si sono ampliati e le influenze sono cambiate,aumentate e fuse con quelle del passato. Quel che ne e' venuto fuori e' un disco newhardpunkcorerapmetal  :) 


Continuerete ad intraprendere la strada dell'alternative rock nei vostri futuri lavori?
Dipende sempre molto dagli ascolti che precedono la creazione del disco...  ci piace non avere progetti.
Quello che ci piace ascoltare nel momento in cui scriviamo il pezzo sarà probabilmente ciò che influenzerà di più quel pezzo. Può essere il new metal e può essere il blues


Nel vostro album "Melody Fall" c'erano canzoni soprattutto in italiano, ma nei successivi lavori avete abbandonato la lingua italiana, come mai questa scelta?
Quel disco e' stata un'esperienza un po' particolare di cui non ci pentiamo ma allo stesso tempo non riconosciamo troppo come nostra.
Ci era stato chiesto di prendere parte al Festival di Sanremo e abbiamo deciso di accettare. Pensandoci ora viene da sorridere perché tutto sommato era abbastanza evidente che quello non fosse il nostro mondo. Detto questo ci era stato proposto di scrivere il disco che avrebbe accompagnato l'esibizione al festival in italiano e l'abbiamo fatto,pur pretendendo che alcuni pezzi fossero in inglese,che tutt'ora e' la lingua con cui riusciamo a esprimere meglio quello che facciamo. Rispetto all'italiano e' molto più musicale ed efficace.


In "Virginal Notes" sono presenti delle collaborazioni con membri di altri gruppi. Quali sono i gruppi con cui vi è piaciuto di più suonare?
Tutte le band che hanno preso parte alle registrazioni  sono legate a noi in qualche modo. Ovviamente sono tutti grandi amici.
Alcuni sono stati compagni di innumerevoli concerti e tour (notimefor e last day before holiday) altri sono compagni di etichetta (if i die today e dance! no thanks) e i ready set fall sono spesso qui a Torino per lavorare al loro progetto e abbiamo colto l'occasione per registrare un pezzo con loro visto che personalmente credo siano la rivelazione del panorama underground italiano dell'ultimo anno.


 
Oltre che in Italia avete suonato all'estero, in Giappone avete fatto anche un tour. Com'è stato il tour? E come mai proprio il Giappone?
Per noi e' stata la seconda esperienza in Giappone nel giro di pochi anni... come la prima volta e' stato pazzesco. Un mondo completamente ai confini dell'assurdo. La gente e' fuori di testa. I concerti sono sempre da tutto esaurito, ma soprattutto abbiamo scelto il Giappone per la seconda volta perché le tavolette dei gabinetti sono riscaldate!! Che bomba  :)


Ricordatevi questo nome: Melody Fall.


 Silvia Treccarichi